Quarto: lo slancio liberatorio dell'arte - Marco Rosci, La Stampa 1997

articolo sulla Mostra di Arona - Visto da Rosci - La Stampa, Sabato 25 Ottobre 1997

Autore: Marco Rosci
Anno: 1997

Visto da Rosci - La Stampa, Sabato 25 Ottobre 1997

 

Quarto: lo slancio liberatorio dell'arte

di Marco Rosci 

 

ARONA

Le sale dell'ex convento della Purificazione ospitano fino a domani una ricca antologica dello scultore Nunzio Quarto, vincitore quest'anno del concorso dell'Ente Fiera d'Arona Arte '97 per una scultura da collocare sul lungolago. I bronzi e i disegni di studio progettuale a matita colorata, dalla delicata figurazione lirica delle Colombe modellate nel 1957 a 16 anni nella natia Puglia ai sintetismi dinamici degli Anni 70, 80 e 90 dopo il trasferimento fra Carrara e Milano, fanno da corona ideale al modello in bronzo "Andare dialogando con la rondine", vincitore del concorso, che spiccherà metaforicamente il volo di fronte alle acque del Lago Maggiore entro il prossimo anno.

Questa dialettica fra una forte e compatta sintesi dei volumi e della materia, radicata nella tradizione di avanguardia storica di Boccioni, di Brancusi, di Laurens, e uno slancio anche spirituale e liberatorio verso il cielo e l'infinito è la sostanza profonda del linguaggio scultoreo di Quarto.

Non a caso l'evocazione dell'ala, dell'angelo, del germogliare della vita e della natura è frequente in intitolazioni che non hanno nulla di letterario e di estrinseco, ma sono intimamente connesse con la metamorfosi della natura alla forma che è il nocciolo dell'astrazione lirica dello scultore. Questa ruota fra i due termini della Donna con il pugno chiuso del 1970, che mi ricorda l'ultima »figurazione» di Mastroianni, il Monumento al partigiano di Torino, e i possenti blocchi elementari del 1976, Metamorfosi di macchina da guerra e Allo scultore Boccioni, nello stesso momento della prima ideazione dinamica che sboccherà nel 1980 nel bozzetto vincitore. Lo stesso processo, nello stesso ambito temporale, caratterizza gli sviluppi dell'altro tema "classico" del ritratto. Le teste di ottima sintesi espressiva, dalla terracotta Mio padre del 1968 al Montale del 1972 sboccano dalla metà degli Anni 70 nei Tentativi per un ritratto, con il loro bellissimo incrocio fra elementarità arcaica o addirittura preistorica e primitivistica e simbologia del mondo meccanico, lungo una tradizione d'avanguarda da Brancusi a Duchamp-Villon fino al primo Giacometti surrealista, ben rappresentata in Italia dagli scultori del secondo futurismo, Mino Rosso in testa.