La città nel Sole - Stefano Fugazza, 2003

Nunzio Quarto - La città nel Sole - Scultura Pittura Ceramiche Disegni - Circolo Culturale Bertolt Brecht 25 Settembre-16 Ottobre 2003 - a cura di Giorgio Seveso

Autore: Stefano Fugazza
Anno: 2003
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Nunzio Quarto - La città nel Sole - Scultura Pittura Ceramiche Disegni - Circolo Culturale Bertolt Brecht 25 Settembre-16 Ottobre 2003 - a cura di Giorgio Seveso

 

LA CITTA NEL SOLE
di Stefano Fugazza

Tra il sole e la citta non sembra esserci nessun nesso. Che legame dovrebbe esserci, del resto, tra l’astro che ci dà la vita, e che in quanto tale giustamente da tanti popoli venne considerato come un dio, e quella creazione puramente umana che è la città, la quale viene intesa da molti come luogo dell’alienazione e della solitudine, soprattutto nella modernità; quasi una trappola per i suoi abitanti che infatti appena possono se ne vanno via?

È proprio degli artisti smentire i luoghi comuni, scoprire affinità laddove noi vedrernrno solo degli irriducibili antagonismi, saper vedere la fede e la purezza dove noi vedremmo solo regnare il disordine e l’irnmoralità. A tali risultati si arriva appunto attraverso i valori dell’arte, la quale agisce non seguendo formule raziocinanti o saperi apparentemente consolidati ma per virtù poetica, per intuizioni folgoranti, giornaliere, assunte con totale, disarmante innocenza, senza sapere che in questo non ci si allontana ma ci si avvicina alla verità.

Ci voleva proprio un artista come Nunzio Quarto per scoprire che il Sole e la città non sono incornpatibili ma che tra loro possono stabilire rapporti strettissimi, di collaborazione intima, al punto da riuscire ad integrarsi e quasi confondersi. Del resto, non pare anche a noi, confortati dall’intuizione dell’artista, di ricordare? Anche a noi è capitato, in qualche ora della nostra vita, per esempio rientrando verso sera in una città, di contemplare un sole gigantesco sospeso sopra i tetti, ansioso di entrare nelle dimore degli uomini, tutte riscattate da una luce divina, proprio superiore ai nostri quotidiani affanni e miserie.

Ma questa consolante possibilità Nunzio Quarto l’ha sempre conosciuta, l’ha coltivata nella sua rnente e l’ha tradotta in segno grafico, in immagine e in scultura, a sua volta realizzata in materiali differenti, come la ceramica e il bronzo. E qui sta il punto, naturalmente, perché un’intuizione, per quanto sorprendente e stimolante, di per sé non basta, avendo bisogno di materializzarsi, di trovare la sua ideale espressione, quella per la quale l’artista sarà, come dire?, effettivamente giudicato. Osserviamola, dunque, questa Città nel Sole, per esernpio nella versione in ceramica, in cui il colore interviene ad esprimere il suo significato, contribuendo all’idea complessiva. Alla base c’è un cerchio iscritto in un quadrato, omaggio a quella geometria delle forme che per questo scultore rimane un punto di partenza, una necessaria premessa di rigore e di semplificazione formale, come e quasi inevitabile nella modernità. All’interno di questa struttura cosi essenziale si svolge poi non la storia (quella siarno noi che possiamo ricostruirla, immaginarla, ricrearla) ma proprio l’idea tradotta in termini altrettanto netti rna eloquentissimi, tali da comunicare  il loro messaggio senza equivoci e invece con estrema ricchezza simbolica ed espressiva. Le forme (in verticale, in diagonale e in orizzontale), vagamente allusive a delle impalcature, comprendono al loro interno il disco del sole, che agevolmente permette l’incastro con le loro punte aguzze, con la durezza dei loro freddi profili metallici. Nessuna concessione, da parte di Nunzio, a elementi di facile piacevolezza, nessun particolare cronachistico; solo le due realtà che qui perfettamente si comprendono, in un abbraccio che per essere geometrico non risulta meno amoroso né meno definitivo.

Colto questo risultato primario, nell’opera possiamo poi scoprire pian piano altri aspetti. Per esempio possiamo interrogarci circa la curiosa linea che, verso il basso, sembra tagliare la composizione in due parti distinte, in modo da creare - forse - l’idea di una città che affonda le sue radici ben dentro la terra, e che al sotto delle sue torri alte a sfidare il cielo c’è tutta una realtà vasta e articolata, che ci sfugge quando ci lasciamo attrarre solo dalla spericolata skyline. Allo stesso modo possiamo interrogarci circa il quadrato collocato a sinistra in alto, probabile finestra attraverso cui si accede ad altri mondi, ad altri luoghi ancora, perché la scienza e la tecnologia non bastano e oltre i risultati spettacolari che noi uomini otteniamo ci sono misteri che restano insondabili, che ancora ci daranno del filo da torcere e che anzi, ne siamo certi, mai saranno risolti. Eppure la visione di Nunzio Quarto rimane ottimista, anche se non ottusamente fiduciosa nelle ”magnifiche sorti e progressive”, e questo nonostante tutto, nonostante tutti i pericoli e disordini e le arroganze. L’uomo sembra ogni tanto voler fare a meno del sole, tanto è convinto di poter ricreare una luce e un clima artificiali, ma sappiamo bene quanto questa sia una stolta illusione. La Città nel Sole, che si puo leggere a vari livelli e che solo lentamente, lo ripetiamo, svela la trama dei suoi significati, vuole dire anche questo: che col Sole (e dunque con la Natura) conviene tenere buoni rapporti, per i vantaggi fisici e spirituali che se ne ricavano. Come dire che la salvezza, la garanzia della continuità della vita passa prima di tutto attraverso il rispetto della Natura e delle sue forze e attraverso la creazione di modalità di vita in cui si conciliano le cose prodotte dall’uomo e gli elementi primordiali.

         Stefano Fugazza