...il costruttivismo geometrico di Nunzio Quarto...
...Una scrittura pittorica che esalta il dispiegarsi e il concludersi di un movimento interno/esterno e che rimanda al “Respiro” dei miei versi...
...Mi affascina un segno grafico che azzera il tasso di artificio e di letterarietà a vantaggio di una verità del dire che è in fondo il traguardo di ogni vero poeta: “Non è muta la natura né triste/... / si scrolla di dosso le cose degli uomini / … / e non scheggia l’immobile curva / del cielo.”...
…in Quarto avverto allo stesso tempo prologo ed epilogo dell’avventura del vivere: …"mi sveglio in un giorno / come questo, grigio, in un angolo di strada”, e dall’esterno verso l’interno, il movimento ciclico del respiro e “anse d’ombra dentro gli spigoli / della stanza che abito…"
... percepisco nel suo segno l’eternità, che a tentare di assumerla come tangibilità “nell’inumana desolazione della mente” è la complessità dell’insieme, “cose che possono anche apparire / quali realmente sono: deserti, / solitudini, milioni d’anni / e nulla da temere”.
…E poi questa lettera aperta - che mai potrà chiudersi, come una ferita cullata dal mare, ai suoi genitori che dà nuovo fuoco al concetto del ricordo... il ricordo - del padre pittore di Krumm, ndr - è presenza viva, operante, la scena dell’uomo che dipinge si staglia nitida - è un atto di immortalità nel quadro che rimane, della creatura dopo che il creatore è scomparso alla nostra vista (dalla mia poesia “E’ di mio padre che parlo”) : “ti uscivano dalle mani bell’e fatti, / esercitando il tuo potere in ogni segno, / ogni cosa, finché nel colore c’era / il salto, / quel riemergere di tutto più tuo, / più consono...”.
Persone, cose, paesaggi anche dell’anima; il mondo disegnato e dipinto, nel segno della continuità tra progenitori e discendenza, una riconciliazione “tra filo e filo, / in mezzo a nulla, lungo il tracciato / d’una ringhiera”.
Ermanno Krumm