Centro artistico La Galassia - Milano, 1977 - Florestano Toscano

Personale di Pittura dal 8 Novembre al 4 Dicembre - Centro artistico La Galassia, via Ciovasso 4a Milano, 1977

Autore: Florestano Toscano
Anno: 1977

L'elaborazione di un linguaggio pittorico congruente con quello della propria scultura non è solo una prova della fertilità di Quarto, ma anche, ed è ciò che più conta, un indice della coerenza e saldezza dei suoi assunti culturali ed etici. Al critico non resta perciò che riaffermare, sulla base della evidenza indotta dalla nuova verifica, la problematica generativa della sua figurazione, plastica o pittorica che sia.
L'esplorazione di Quarto è caratterizzata da una scrittura di tendenza astratta ma svolta in un'area del tutto autonoma e libera da compromissioni linguistiche. Le sue soluzioni formali ma anche, per molti aspetti, le sue premesse culturali, sono indipendenti sia dalla linea puristica dell'astrattismo geometrizzante, sia dalle pulsioni liriche della non figuratività di tipo kandiskijano, sia dall'ascetico rigore razionalizzante di origine neoplastica e costruttivistica.
Quarto tuttavia utilizza, nella sue posizione di equidistanza da tali tendenze, una componente essenziale e comune a tutte le diramazioni della esperienza astratta: l'esigenza fondamentale della aspirazione alla universalità dell'immagine come rifiuto dell'aneddotismo cromatico e pseudorealistico. Una esigenza che egli accoglie ma senza esasperarla in una difesa ossessiva della purezza formale e concettualizzante, per cui evita il rischio di dissolvere ogni spessore semantico e, con esso, il problema espressivo. 

La ricerca di Quarto é sempre sottesa dallo sforzo di organizzare una scrittura stilistica in cui l'istanza della universalità non distrugga o eclissi l'apparire di elementi figurali (ma non denotativi in senso naturalistico) correlati ai temi della esistenza e del mondo precategoriale della vita. Il congiungersi di tali esigenze garantisce la concretezza comunicativa dell'immaginazione e consente all'autore diorganizzare lo spazio secondo forme non deducibili da precostituite codificazioni normative nè turbate da incontrollate effusioni emozionali o da aneddoti e dettagli sensori. Si produce cosi il superamento della dicotomia tradizionale, e manichea, di figurazione ed astrazione e si giunge ad una autonomia e peculiarità linguistica non determinata da ragioni di gusto o da estrinseche opzioni stilistiche. La spazialità di Quarto risponde, infatti, ad un assillo morale e conoscitivo prima che estetico e formale: quello di fondare un linguaggio che, pur evitando il rischio di farsi mimetico o parallelo rispetto all'improbabile statuto ontologico del reale, divenga dawero parola e discorso sulle tensioni essenziali e tipiche che si intrecciano e interagiscono nell'orizzonte storico della esistenza.
Si può ancora, certamente, parlare di astrazione per la formatività di Quarto. Ma si tratta di una astrazione determinata assunta nel suo valore euristico di metodologia interpretativa del reale: una metodologia che consente di attingere la pienezza espressiva di una condizione attuale integralmente considerata. ln questo senso l'opera di Quarto rappresenta un autentico e fondato atto di realismo. Per convincersene, si pensi alla forza esplorativa e disoccultante che il metodo della astrazione determinata assume nell'area culturale dello storicismo non idealistico, o alla nozione del particolare elaborata da Lukacs, come categoria estetica mediatrice di universale e individuale.
La scrittura di Quarto si alimenta infatti di riflessioni che hanno la loro radice nella dimensione del presente, nella molteplicità delle sue stratificazioni problematiche, e perciò non si svolge in un'area puramente concettuallstica e non é limitata da assiomatiche enunciazioni ideologiche. La forza Persuasiva delle sue opere è nella risonanza visuale-emotiva con il dramma del presente colto nei suoi termini più veri ed essenziali mediante declinazioni stilistiche che costringono il flusso temporale a riflettersi in tipologie pittoriche che, con i loro segreti tropismi, indicano un'ansia di liberazione dall'isolamento e dai legami che trattengono e. insieme, rivelano i palpiti e lo sforzo espansivo di autonome energie vitali.
Questo risultato espressivo è raggiunto attraverso una sottile operazione linguistica. L'immagine è costruita secondo un modello di relazioni omologo non già alle proprietà empiriche dell'oggetto rappresentato - secondo l'ipotesi naturalistica, - ma al modello delle relazioni percettive costruite dall'atto esplorativo dell'oggetto e veicolate dalle sue stesse strutture dinamiche e dalle sue linee di forza: l'oggetto non è perciò una entità cristallizzata ed inerte ma un campo di tensioni interagenti. ln esso il rapporto tonale scatta con evidenza e diviene linguaggio: rifiuto del materialismo oggettuale e ricerca del dialogo interiore. Una configurazione omologa, dunque, alla dimensione storica della esistenza - che è appunto l'ipotesi della astrazione nel significato che essa assume nel lavoro e nell'assunto di Quarto.
Una ipotesi che nasce dalla istanza non illustrativa di cogliere il volto autentico della condizione umana, il flusso emotivo e la dolente sensualità delle sue ragioni deluse. La forma si fa cosi presenza fenomenica, memoria e metafora di una idea morale. ll suo nucleo conoscitivo è il dimidiamento dell'uomo nel suo essere nel mondo, la sua mutilazione e incompletezza che generano, secondo precise connotazioni storiche, l'ansia di un rapporto comunicativo con l'altro come ricomposizione dell'esistenza divisa e apertura all'essere della libertà. Ma il rapporto può corrompersi e degradarsi e, assumendo le modalità epocali dell'esistenza, negarsi e diventare ruolo e funzione; intreccio inestricabile di sensualità e possesso, coscienza insidiata e distorta dalla reificazione. C'è però un modo per non subire l'epoca, ma per fondarla. L'esperienza dell'arte con la sua radicale irriducibilità alle strutture mondane, può favorire il costituirsi di prospettive che svelano comportamenti deietti e inautentici e aprire nuovi sbocchi di tensione volitiva.
La pittura di Quarto, la sua forma, la sua definitiva concretezza e visibilità, è il luogo in cui si esprime il rifiuto dell'appartenenza al mondo - il mondo della preclusione e del limite - e si istituisce una ipotesi di vita che ha la freschezza sorgiva di una condizione aurorale come una infanzia recuperata attraverso la storia. Di qui il senso di aerea affabulazione della forma: una forma che da fenomeno percettivo si fa valutazione e coscienza e si dà come immagine simbolica e allusiva di un tempo umano.

                                                                                                                                                           Florestano toscano

Nunzio Quarto è nato a Barletta 1941 vive e lavora a Milano in Vla Rosmini, 3 a Carrara in Via Carriona, 26.