Progetto Arona Arte

Concorso internazionale di scultura 1997

Autore: Elena Pontiggia, Marco Rosci
Anno: 1997
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Per Nunzio Quanto la scultura non è mai un’opera di assemblaggio, o un ready-made. Quello che gli interessa è l’azzardo della fusione, sono i procedimenti della cottura, i tempi delle patine: i segreti insomma di un mestiere artigianale, moderno ma anche antico, che in fondo ha imparato da solo.
È un lavoro, il suo, in cui si rintracciano alcuni echi importanti: echi di maestri lungamente studiati, da Boccioni a Braneusi ad Arp. E insieme echi di una conoscenza, umile ma approfondita, dei segreti e delle metamorfosi della natura. Lavorare la pietra, il marmo, progettare il bronzo ha sempre significato per Quarto una sorta di rapporto con le forze primordiali della natura, con le energie disseminate nel creato. Non soltanto una operazione intellettuale, dunque, ma un’operazione squisitamente manuale, febrile, laboriosa. Un lavoro della mano, inteso come via primaria di conoscenza...
Il problema che anima l’opera di Nunzio Quarto, non è tanto un problema di forme o di innovazioni o di sperimentazioni. Il suo è uno sguardo attento, affettuoso che si china su alcuni eventi e cerca di esprimerne il mistero, e insieme la poeticità. Un angelo, un battito d’ali, un germoglio, una rondine. E ancora: una nascita, un abbraccio, una nuova vita, una vita senza aggettivi. Sono queste le cose che lo attraggono, che lo spingono a tentare la ricerca di un’espressione. In questo senso figurazione e astrazione non sono nella sua scultura linguaggi opposti, ma linguaggi complementari, che tendono a rappresentare quello che a Nunzio Quarto interessa di più: l'apparire entro i confini della materia di una spiritualità che la trascende...
Del resto uno dei maestri ideali di Nunzio Quarto è stato Brancusi. Brancusi diceva che non bisogna rappresentare la forma delle cose, ma la loro anima. E qualcosa di simile potrebbe dire lo stesso Quarto: con le sue geometrie va alla ricerca della dimensione spirituale delle cose e per così dire ne vuole dimostrare l’esistenza.

Elena Pontiggia

..."Andare Dialogando con la rondine" opera vincitrice del concorso che spiccherà metaforicamente il volo di fronte alle acque del Lago Maggiore.
Questa dialettica fra una forte, compatta sintesi dei volumi e della materia, radicata nella tradizione di avanguardia storica di Boccioni, di Brancusi, di Laurens, e uno slancio anche spirituale e liberatorio verso il cielo e l’infinito è la sostanza profonda del linguaggio scultoreo di Quarto. Non a caso l’evocazione dell’ala, dell'angelo, del germogliare della vita e della natura è frequente in intitolazioni che non hanno nulla di letterario e di estrinseco, ma sono intimamente connesse con la metamorfosi della natura alla forma che è il nocciolo dell’astrazione lirica dello scultore.

Marco Rosci